Il progetto

Cos'è

Piantiamola è un progetto permanente di riforestazione del territorio della Riviera del Brenta promosso dal Comitato Opzione Zero.

Dopo le alluvioni, dopo il tornado, dopo tanti disastri causati dalla cementificazione, è sempre più urgente agire in modo concreto per contrastare i cambiamenti climatici, l’inquinamento e il consumo di suolo.

L’importanza degli
alberi e delle foreste

Gli alberi producono ossigeno e contemporaneamente assorbono il carbonio della CO2 fissandolo nel legno. Ma le foreste hanno tantissime altre funzioni ecologiche e sono fondamentali per la vita in tutto il Pianeta. La superficie forestale è il 30,5% del territorio mondiale (4.000 milioni di ettari), ed è popolata da oltre 3.000 miliardi di alberi, 427 per ogni essere umano.

È tanto, è poco?

Poco se si pensa che dall’inizio della civilizzazione la perdita complessiva del patrimonio arboreo totale è stimata intorno al 46%. La deforestazione, attualmente, si “mangia” 15 mln di alberi all’anno. Inoltre gli alberi sono indispensabili ai tanti altri esseri viventi oltre all’uomo, più grande è la biodiversità e maggiore è la salute di ciascun ecosistema.

La Carbon Foot Print media di ogni italiano corrisponde a 9,2 tonnellate di CO2/anno, molto di più della media mondiale (5,6 ton CO2 /anno/abitante). Per assorbire tutta questa anidride carbonica sarebbero necessari 1,6 ettari di bosco per persona. Ridurre le emissioni di gas serra è la priorità, ma altrettanto importante è favorire la riforestazione, anche in città.

Perchè ridare spazio agli alberi

Riforestare il territorio è un contributo concreto per mitigare gli effetti del global warming, ma significa anche: sottrarre suolo alla cementificazione, attenuare gli effetti dell’inquinamento atmosferico e delle acque, ridurre il rischio idraulico, favorire la biodiversità, abbassare la temperatura al suolo, rinaturalizzare il territorio, valorizzare i beni comuni, migliorare il paesaggio …

A chi è rivolto

Prima di tutto agli enti pubblici che spesso svendono i terreni della comunità per finanziare le proprie casse, o peggio per favorire la speculazione edilizia. Quei terreni sono però della collettività e possono diventare tanti “polmoni verdi” a beneficio di tutti i cittadini;
Agli agricoltori che hanno deciso di tornare a presidiare davvero il territorio abbandonando l’agricoltura intensiva che inquina il suolo, l’aria e l’acqua, che produce cibi tossici, che impoverisce i piccoli produttori e arricchisce le grandi multinazionali dell’agrochimica;
Ai privati cittadini che vogliono mettere a disposizione terreni abbandonati o degradati;
A chiunque voglia rendersi utile, fare la sua piccola parte e supportarci;

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